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al testo di Amina Narimi
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Dove il miracolo dell’albero sul nostro vicolo cieco, reciproco e altero ? - Vale la pena tutto lo spazio la paura di quello che può fare la montagna, l’urlo del torrente a sommergere le piantagioni a spostare le strade. Nel flusso caldo del sangue c’è un luogo interiore che annulla ogni esterno riflettendoci in luce e indistinguibili volti generati gli uni dagli altri.
Pensare a noi è pensare a molto altro nella pausa del respiro c’è un lutto necessario; fuoco e neve in una stessa fiamma i tuoi settantadue frantumi, sino a traboccare tra la terra e il cielo come vergini il fiume più grande del mio cuore nel tempo pieno della carne, che domanda- hai messo fine alla catena di pietre gelate tenute insieme dall’odio di un amore mancato nel seno disperato della tua religione ? in paradiso
Gli uomini che hai appena ammazzato ti stanno accogliendo, non più sofferenti, anime, come la tua, perdonata, nel taglio più grande dell’esplosione che ha dilaniato il tuo velo, nel Vero vittima e figlia di sola violenza.
Come un’acqua lustrale siete uno nel tutto, tra le vasche saldate di creta e migliaia di piccole piante di semi indistinti, fino a sfiorarvi le bocche a respirare in un unico gesto, abbandonati. Con te che sei rimasto in terra vorrei fare la pace, con l’altro, con me. Salām |
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